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Vuoi costruire una mascherina antivirus a casa tua? Ecco come farlo in modo efficace.
Durante le prime settimane di lockdown la mancanza generale di mascherine comportò la necessità di imparare a realizzarle autonomamente. I tutorial su come fare mascherine antivirus popolarono letteralmente il web. Ma quanto di quello che fu detto corrisponde effettivamente al vero?
Si trattò di una pratica diffusa e spesso mossa dal bisogno di coprirsi il volto per rassicurare gli altri e prevenire la possibilità di incorrere nelle sanzioni previste. La quantità di opinioni divergenti presenti sul web creò non poca confusione circa le misure da prendere per rendere una mascherina fai da te effettivamente efficace.

Adesso che acque si sono calmate e si può affrontare il problema con più calma è opportuno vedere qual è la giusta procedura e come fare mascherine che siano realmente efficaci contro il Covid-19.
Non tutti i tutorial che hanno raccolto migliaia di visualizzazioni, infatti, hanno diffuso le corrette istruzioni.
Mascherina antivirus: la caratteristica più importante
L’ISS (Istituto Superiore della Sanità) ha messo in chiaro da tempo quella che deve essere la caratteristica fondamentale di una mascherina antivirus.
Nella misura in cui le persone sono ancora sotto l’obbligo di indossare una mascherina in quegli ambienti in cui è difficile, se non impossibile, mantenere le distanze di sicurezza, la mascherina deve svolgere un importantissimo ruolo isolante.
Dato che i tamponi scarseggiano e non tutti possono essere sottoposti a questo importantissimo test, molte persone vivono ancora nell’incertezza circa la propria positività o meno al Covid-19. Vige la regola del “sto bene, quindi sono sano”.
Tuttavia sappiamo che il SARS-Covid-19 presenta un tempo di incubazione massimo di 14 giorni (in media i primi sintomi emergono già dopo 12 giorni dall’avvenuto contagio).
Per questo motivo molte persone asintomatiche potrebbero involontariamente favorire il contagio.
Ecco perché la caratteristica più importante delle mascherine è quella di evitare che chi la indossa possa diffondere il virus: attraverso un ottimo livelli di filtraggio dell’aria dall’interno verso l’esterno della mascherina si impedisce la diffusione dei droplet.
Per questo motivo le mascherine chirurgiche, insufficienti a garantire la protezione di chi la indossa, si sono rivelate uno dei dispositivi più efficaci. Se tutti le indossano, il virus non può diffondersi nell’aria.
Il miglior filtraggio dell’aria inspirata lo si ottiene con le mascherine FFp2 e FFp3: leggi il nostro approfondimento su questi dispositivi nel nostro articolo “Mascherine FFp2 & FFp3: ecco le differenze (spiegate semplice)“.
Come fare una mascherina antivirus fai-da-te efficace

Dato che la caratteristica fondamentale di una mascherina è quella di impedire che l’aria espirata (densa di droplet) possa liberarsi nell’ambiente, una mascherina fai-da-te deve:
- Essere comoda da indossare per tutto il periodo necessario, senza che possa ostacolare la respirazione
- Riuscire a filtrare integralmente i droplet
- Se possibile, essere riutilizzabile
- Rispettare le misure e la struttura a norma di legge
Una mascherina fai-da-te non riutilizzabile costituisce uno svantaggio non indifferente: trattandosi di una produzione artigianale, infatti, non se ne può calcolare con precisione la durata dell’efficacia.
Impiegando materiali che sono riconosciuti come riutilizzabili e resistenti al lavaggio, invece, si va incontro solitamente a un’azione efficace maggiore nel tempo.
Le mascherine monouso sono dei dispositivi alternativi alle mascherine fai da te ma la loro efficacia può essere compromessa da errati comportamenti: leggi quali nel nostro articolo “I rischi che corri riutilizzando le mascherine monouso“.
Passaggi per la costruzione del filtro in tnt
Il filtro in tela, che costituisce la parte più importante della mascherina, deve avere le seguenti misure:
- 25 centimetri di larghezza
- 15 centimetri di altezza
- Un elastico in media di 15 centimetri, che possa fissare la mascherina dietro le orecchie
Il materiale ottimale da impiegare per la mascherina fai-da-te è il tessuto non tessuto (tnt), lo stesso impiegato per le mascherine chirurgiche.
Un solo strato di tnt ovviamente non è sufficiente. Il filtro deve essere costruito almeno da tre strati di tnt cuciti insieme in modo da rimanere compatti e non separarsi quando si usa la mascherina.
Riuscire a tendere bene il tessuto nel mentre si cuce e fissarlo al meglio andando a ricalcare la sagoma del naso attraverso dei punti di sutura è un buon espediente da adottare. Conviene, inoltre, una volta terminata la cucitura, pressare il filtro così ottenuto sotto un peso (un libro che non sia impolverato, ad esempio), in modo da assicurarsi che gli strati aderiscano bene l’uno con l’altro.
Il risultato deve essere un filtro che non ostacoli la respirazione, che risulti essere sufficientemente compatto da impedire che i tre strati diversi si separino e che non risulti essere irritante al contatto sulla pelle.
Questo rudimentale filtro sarà capace di filtrare sufficientemente bene l’aria espirata, bloccando tutti i droplet e prevenendo ogni forma di diffusione del contagio.
Costruzione di un filtro non in tnt: solo fibre naturali
In assenza di tnt allora bisogna preferire esclusivamente fibre naturali. Queste, infatti, è stato dimostrato che riescono a filtrare il 70% dei droplet in più rispetto alle fibre sintetiche.
Per quale motivo?
Il filtro di una mascherina spesso non è composto da fibre sufficientemente piccole da impedire il passaggio degli agenti virali. Ciò che trattiene il virus sono le cariche elettrostatiche che si accumulano tra le fibre.
Contrariamente alle fibre naturali, le fibre sintetiche tendono a scaricare le cariche elettrostatiche sul corpo di chi le indossa, risultando inefficaci nel trattenere particelle che viaggiano attraverso l’aria.
In questo caso è preferibile scegliere tele sufficientemente spesse, specialmente se realizzate in cotone, canapa o lino. Evitare la lana in quanto può risultare particolarmente irritante e presenta fibre meno resistenti sia ai lavaggi sia all’esposizione agli agenti atmosferici.
Il consiglio che viene dato è sempre quello di comporre un filtro a strati e fissarli. In questo modo ci si garantisce una maggiore protezione e, soprattutto, un maggior filtraggio dell’aria espirata.
Lavaggio della mascherina fai-da-te
Specialmente se viene realizzata in fibre naturali, la mascherina fai-da-te non può essere lavata come solitamente viene consigliato, a temperatura di circa 90°. Le fibre naturali, infatti, non reagiscono bene ai lavaggi ad alta temperatura.
Per riutilizzare una mascherina fatta in casa conviene procedere alla sanitizzazione con soluzione idroalcolica al 70%, spruzzata uniformemente su tutta la superficie della mascherina, sia all’interno che all’esterno.
Il tempo di evaporazione della soluzione idroalcolica è di circa 30 minuti, durante i quali la mascherina deve essere lasciata in ambiente protetto.
Durante tutto il processo bisogna fare attenzione a toccare esclusivamente gli elastici per evitare che vengano contagiate eventualmente le mani (se pulite) o la mascherina stessa (nel caso di mani poco pulite o pulite male).
Mascherine fai da te? Raccomandazioni importanti
Bisogna tenere sempre a mente che i livelli di protezione garantiti da una mascherina fai-da-te sono calcolati solo approssimativamente. Non trattandosi di dispositivi certificati e a produzione controllata, possono costituire solo un riparo di fortuna e non una soluzione veramente efficace.
I procedimenti sopra descritti permetteranno di realizzare una mascherina fai-da-te adeguata all’emergenza, ma solo un prodotto certificato può dare la certezza di certi livelli di protezione.