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Tutto quello che c’è da sapere sulle mascherine per proteggerti al meglio dal coronavirus.
Le mascherine sono state un enorme fonte di discussioni negli ultimi mesi. Le opinioni circa la loro validità e le contromisure da adottare per controllare e prevenire il contagio da Covid-19 sono state numerose e si rende necessario, pertanto, fare chiarezza.
Il dibattito “mascherina sì, mascherina no” ha coinvolto tutta la popolazione, dall’audience dei principali media fino alle equipes di esperti e tecnici che hanno collaborato con il Governo.
Ma di quali mascherine si sta parlando?
Mascherine contro il coronavirus: sì, ma quali?

Vi sono innumerevoli tipologie diverse di mascherine, da quelle semplici da chirurgo ai modelli più complessi, dotati di filtri, come la serie FFP (1, 2 e 3).
L’imprevedibilità di un’emergenza come quella legata al Covid-19 ha permesso che venisse fatta non poca confusione e la corsa alle mascherine, ritenute assolutamente indispensabili negli ambienti chiusi e consigliate, invece, negli spazi aperti, spesso è stata inadeguata.
Il Covid-19, infatti, spiega Roberto Burioni, medico e professore di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano:
«Si trasmette tramite goccioline che viaggiano per circa un metro. Le mascherine disponibili le bloccano ma devono essere usate dagli operatori sanitari. Chi sta bene non ha bisogno di mettere la mascherina. Chi deve mettere tassativamente la mascherina, anche quella chirurgica, è invece chi sta male».
Le mascherine chirurgiche, infatti, ovvero quelle maggiormente impiegate durante la piena esplosione del contagio, non sono sufficienti a trattenere le goccioline.
La loro utilità è limitata al solo contesto chirurgico in quanto vanno a bloccare il sudore e la saliva dei medici in sala operatoria, proteggendo il paziente e consentendo il mantenimento di un ambiente asettico.
Essendo fatte di garza, le mascherine chirurgiche sono assolutamente inadeguate a isolare le persone dal virus.
Il loro scopo, infatti, è quello di isolare il mondo esterno dalla persona che la indossa e non viceversa. Questa loro caratteristica è il motivo per cui, come si vedrà, possono costituire un ripiego accettabile e si sono rivelate comunque utili durante la peggiore fase del contagio.
Le mascherine FFP: protezione certa.

Le mascherine che forniscono effettiva protezione dal coronavirus sono quelle dotate di filtri. FFP, infatti, è acronimo di Filtering Face Piece.
Questa tipologia di mascherine impiega materiali non filtranti che proteggono il viso e convergono verso un filtro che, invece, permette la respirazione. Il filtro è progettato in modo da bloccare particelle fino a dimensioni di 0,6µm.
Il coronavirus, con un diametro di 0,1/0,15 µm potrebbe penetrare il filtro. Tuttavia esso viaggia attraverso goccioline di saliva o sudore (il cosiddetto droplet).
I droplets capaci di coprire distanze pericolose hanno un diametro di 5 µm e vengono facilmente bloccati dal filtro: ecco perché questa tipologia di mascherine è risultata efficace nel garantire la protezione degli operatori sanitari e dei volontari nei peggiori momenti della crisi.
In base alla loro capacità di resistere anche ad usi prolungati e di isolare bene le vie respiratorie, questa tipologia di mascherine è a sua volta suddivisa in tre classi:
- FFP1: con una perdita totale massima del 25%
- FFP2: con una perdita totale massima dell’11%
- FFP3: con una perdita totale massima del 5%
Cosa fare senza mascherina FFP?
La tipologia più sicura di mascherina è anche quella che è anche più difficile reperire: durante il periodo di maggior preoccupazione, infatti, la gran parte di queste veniva destinata esclusivamente al personale sanitario e alle forze dell’ordine.
Le parole del consulente del Ministero della Sanità, Walter Ricciardi, hanno chiarito la questione fin dai primi giorni di Marzo:
«Le mascherine Ffp2 e Ffp3 che non sono quelle di garza, ma quelle dotate di filtro. Quelle proteggono veramente, ma devono essere utilizzate soltanto dal personale sanitario che cura i malati infettivi e dalle forze dell’ordine che in certe circostanze possono trovarsi in contatto coi malati»
In assenza di mascherina FFP, dunque, la mascherina che, pur non proteggendo la persona, si trova ad essere comunque utile a controllare la situazione, torna ad essere quella chirurgica.
Mascherine chirurgiche per il coronavirus: quali le caratteristiche?
Le mascherine chirurgiche, che sono quelle che maggiormente si sono diffuse e sono state impiegate, dunque, non proteggono la persona dalle contaminazioni esterne.
Tuttavia la loro utilità risiede nel proteggere l’ambiente esterno dagli starnuti e i droplet che possono essere emessi dalle persone anche durante la normale espirazione.
Il principio alla base dell’uso della mascherina chirurgica contro la diffusione del Covid-19, dunque, è quello di evitare diffusione del virus, anche da parte degli asintomatici.
In questo modo, isolando i potenziali contagiati dalla possibilità di spargere particelle del virus, si può contribuire a limitare la diffusione del Covid-19.
Ma quali sono le caratteristiche che rendono una mascherina chirurgica un ripiego accettabile?
A garantire la validità delle mascherine chirurgiche è la norma tecnica UNI EN 14683:2019. Questa prevede l’impiego di specifici materiali e la realizzazione di test che vengono effettuati su campioni casuali.
Il tutto per attestarne:
- Resistenza a schizzi liquidi
- Traspirabilità
- Efficienza di filtrazione batterica
- Pulizia da microbi
Mascherine chirurgiche: usa e getta o uso prolungato?
Le caratteristiche che rendono le mascherine chirurgiche dei ripieghi accettabili allo stesso tempo le rendono totalmente inutili per usi prolungati.
La mascherina chirurgica non filtra alcunché ma si impregna e cattura sudore e saliva. Per questo motivo, una volta terminato l’utilizzo della stessa, va gettata.
Si ribadisce che l’uso di mascherina chirurgica costituisce comunque un approccio valido in situazioni disperate ma che non va adottato di prassi: le sole mascherine riconosciute come valide a proteggere dal contagio sono le FFP.
Quali mascherine evitare con il coronavirus?
Le mascherine che, invece, sono assolutamente da evitare sono quelle realizzate in casa senza le adeguate conoscenze. Impiegare pezzi di indumento per realizzare mascherine fai-da-te non garantisce alcuna protezione, specialmente se non si conoscono le specifiche del contagio e della diffusione del virus.
I tessuti impiegati per gli indumenti sono assolutamente inadeguati a fornire qualsivoglia protezione dai batteri: figurarsi dai virus.