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Ecco come i dispositivi di protezione individuale differiscono dalle altre mascherine.
Non tutte le mascherine protettive sono dei DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) e, anzi, se si assume la generale descrizione del prodotto “mascherina protettiva” ci si rende conto che può indicare pressoché qualsiasi cosa.
Volendo anche una mascherina lavabile artigianale, priva di alcuna certificazione riconosciuta, è una mascherina protettiva.

Dato che i numeri dei contagi sembrano essere in costante ma leggero aumento, questo è un importantissimo sintomo del fatto che nei mesi che ci hanno separato dalla fine del lockdown, qualcosa è andato storto.
Ci si è concessi troppo relax? Si è abbassata la guardia?
Indipendentemente dalla risposta, la soluzione resta sempre e comunque una: rimboccarsi le maniche, informarsi bene e procurarsi mascherine antivirus efficaci con cui continuare a impedire che il contagio possa colpirci e diffondersi.
Purtroppo, fintanto che non si sarà prodotto un valido vaccino contro il SARS-Cov-2, non vi è altra misura efficace per limitare la diffusione della pandemia se non le mascherine chirurgiche e le mascherine DPI.
Facciamo dunque chiarezza su cosa è un DPI e su quali mascherine protettive sono DPI e quali no.
Cos’è un DPI?
DPI è l’acronimo di Dispositivo di Protezione Individuale e individua una classe di prodotti che svolge la funzione di proteggere chi li indossa da polveri, micro-particelle o gas tossici.
Prima dell’insorgere della pandemia, i DPI venivano impiegati in tutti quei lavori che comportavano l’esposizione a concentrazioni tossiche di sostanze nocive.
Perché non tutte le mascherine sono DPI?
Ebbene, trattandosi di una classe di prodotti molto delicati, l’indicazione DPI nei confronti di un dispositivo è regolamentata da una normativa ben precisa.
In Europa è la UNI EN 149-2001, ma durante la quarantena probabilmente è capitato di impiegare anche prodotti di importazione cinese, regolati dalla normativa GB2626-2006 in vigore nella Repubblica Popolare Cinese.
Le due normative sono pressoché equivalenti, motivo per cui i DPI cinesi possono essere liberamente venduti anche in Europa.
In base a quanto detto appare chiaro che le uniche mascherine protettive classificabili come DPI sono le seguenti:
- Mascherine europee:
Ffp1, ffp2 e ffp3 - Mascherine cinesi:
KN90, KN95 e KN100 - Mascherine americane:
N90, N95 e N100
Al di là di queste è impossibile parlare di DPI.
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Mascherine protettive: quelle che non sono considerate DPI

Tuttavia a prescindere dalle mascherine indicate come DPI ve ne sono numerose che sono considerate valide nella limitazione e lotta al contagio da coronavirus.
Si tratta di un’ampia gamma di dispositivi di protezione che comprendono tanto le mascherine chirurgiche quanto quelle artigianali.
Perché non sono considerate DPI?
Ebbene, quelle elencate sono tutte mascherine che non forniscono un grado di filtraggio dell’aria sufficiente ad essere considerate dei Dispositivi di Protezione Individuale.
DPI, infatti, è una classe che fa riferimento all’impiego industriale dei dispositivi e non alla prevenzione di una pandemia virale.
Le esigenze a cui rispondono sono diverse.
Mascherine protettive sanitarie: efficacia e differenze dai DPI
Al primo posto troviamo le mascherine sanitarie, o mascherine chirurgiche. Si tratta di dispositivi protettivi ampiamente diffusi in ambito sanitario per impedire la contaminazione dell’ambiente da parte di chi le indossa.
Il nome viene dal fatto che per lo più sono indossate dai chirurghi durante le operazioni per impedire che sudore, saliva e droplet possano causare infezioni nel paziente.
Queste mascherine protettive si sono rivelati efficaci nella lotta al Covid-19 proprio in virtù della loro capacità di bloccare qualsiasi microparticella venga emessa con la espirazione, gli starnuti o il parlare.
In questo modo se tutti indossano mascherine chirurgiche l’aria si trova ad essere potenzialmente priva di veicoli per l’agente virale in questione e il contagio può essere efficacemente controllato, limitato e eliminato.
Stando ai risultati dei test, infatti, le mascherine chirurgiche filtrano anche il 95% dell’aria in uscita (e il 20% di quella in entrata**).**
Gran parte dei risultati positivi ottenuti nei mesi successivi allo scoppio dell’emergenza sono dovuti all’adozione di queste mascherine protettive che, sebbene non siano dei DPI, comunque riescono a svolgere un importante ruolo.
Infine, trattandosi sempre e comunque di strumentazione medica, anche le mascherine chirurgiche sono sottoposte a rigidi controlli qualitativi e sono garantite in Europa dal marchio CE.
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Mascherine artigianali: tollerate dall’Istituto Superiore di Sanità
Risale a Maggio la decisione dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità) di considerare le mascherine artigianali come legittimi strumenti preventivi contro il Covid-19.
Questo significa che possono essere indossate senza incorrere in sanzioni laddove la legge prevede l’obbligo di mascherina protettiva.
Ovviamente, trattandosi di dispositivi realizzati artigianalmente, non vi è modo per saperne le specifiche tecniche e misurarne validamente l’efficacia. Le mascherine protettive artigianali devono la loro efficacia all’abilità manuale di chi le costruisce.
Per questo motivo è altamente consigliato di rivolgersi ad artigiani rinomati per la loro abilità o di fiducia. Se chi le produce non sa cosa sta facendo, il prodotto finale potrebbe risultare completamente inutile.
Bisogna stare attenti ai tipi di tessuti impiegati, alla tipologia di lavorazione e cucitura e alle dimensioni. Una serie di dati fondamentali per potersi affidare ad una mascherina artigianale.
Una buona mascherina di questo tipo, infatti, deve:
- Essere prodotta con tessuti naturali: le fibre naturali, infatti, sono più facilmente lavabili e tendono a filtrare meglio. L’ideale sarebbe l’adozione di tessuti a trama stretta;
- I tessuti devono comporre almeno tre strati;
- Evitare pigmenti e coloranti che possono reagire con le soluzioni indicate per la sanificazione (si tratta per lo più di soluzioni alcoliche al 70%);
- Accertarsi che le dimensioni siano quelle indicate dal Governo (25cmx15cm e un elastico di almeno 15 cm);
Queste sono le caratteristiche essenziali per essere certi che una mascherina protettiva artigianale, sebbene non classificabile né come mascherina sanitaria né tantomeno come DPI, possa comunque risultare valida per difendersi dal contagio.