mascherine antipolvere per coronavirus

Ecco tutto ciò che devi conoscere sull’utilizzo delle mascherine antipolvere durante la pandemia di Covid-19.

Quello riguardante le mascherine antipolvere e il coronavirus è un malinteso, nato dalla fretta e da una lettura o trascrizione parziale di quelle che sono le misure di sicurezza per proteggersi dal Covid-19.

Non è stato affatto raro durante il periodo di lockdown assistere a persone che indossassero mascherine FFp1, comunemente note come mascherine antipolvere, con la chiara convinzione di essere al sicuro.

Ebbene, affatto. Le mascherine FFp1 non solo sono inadatte a fronteggiare un’emergenza pandemica di natura virale ma possono portare ad effetti controproducenti.

Se la confusione generata dall’inaspettata emergenza ha portato non poca confusione, adesso le acque si sono leggermente calmate ed è giunto il momento di analizzare attentamente le cose. Solo attraverso un’adeguata informazione e il mantenimento di standard di sicurezza accettabili, infatti, si potrà evitare un ritorno del virus.

standard di sicurezza e mascherine antipolvere

Procediamo dunque con ordine e vediamo per quale motivo le FFp1 sono inadeguate a proteggere dal Covid-19 ma potrebbero, in alcuni casi, peggiorare la situazione.

Mascherina antipolvere FFp1: caratteristiche.

La mascherina FFp1 (Filtering Face Piece 1) è il primo modello riconosciuto della linea delle FFp, uno strumento di classificazione delle mascherine protettive in uso in Europa.

Il primo modello è anche detto “mascherina antipolvere” proprio in virtù del suo principale utilizzo. Prima dell’emergenza pandemica, infatti, le FFp1 venivano comunemente impiegate in quei settori industriali che comportavano un’esposizione minima a polveri o gas.

Stando alla normativa europea EN 149:2001 + A1:2009, infatti, le FFp1 sono adatte a quegli ambienti che presentano una concentrazione di sostanze nocive non superiore a 4,5 volte quella normale. Anche in questa situazione, la FFp1 riesce a garantire un potere filtrante che oscilla dal 72% all’80% e una perdita verso l’interno di circa il 22%.

Ecco perché il suo impiego si limitava a situazioni blande essendo questo dispositivo incapace di fornire livelli di protezione sufficientemente elevati da poter essere indossata in ambienti estremi.

In particolar modo ciò che preoccupa è la perdita verso l’interno del 22%. Questo significa che circa 1/5 dell’aria che si inspira non è stata filtrata.

La mascherina FFp1 è inefficace contro il Covid-19.

Queste caratteristiche rendono la FFp1 totalmente inadeguata a fronteggiare una situazione di emergenza, specialmente se è dovuta alla presenza nell’aria di un agente virale dal diametro molto inferiore a quello indicato dal potere filtrante del dispositivo.

La mascherina antipolvere, infatti, riuscirebbe a filtrare particelle fino ad un diametro di 0,6µm. Il diametro del SARS-Covid-19, invece, è all’incirca pari a 0,15µm.

A ciò si va a sommare una perdita verso l’interno molto elevata, specialmente se paragonata con i modelli più evoluti, la FFp2 (perdita verso l’interno minore dell’8%) e la FFp3 (perdita verso l’interno minore del 2%).

Per saperne di più sulle mascherine FFp2 e FFp3, dai un’occhiata al nostro articolo “Mascherine FFp2 & FFp3: ecco le differenze (spiegate semplice)“.

La mascherina chirurgica è meglio della mascherina antipolvere per proteggerti dal virus.

mascherina chirurgica è meglio della mascherina antipolvere

A ciò si va ad aggiungere una considerazione particolare: l’obiettivo da raggiungere per limitare il contagio non è tanto proteggere sé stessi quanto, piuttosto, proteggere gli altri.

Non a caso le FFp2 e FFp3 sono state date in dotazione esclusivamente agli operatori sanitari e alle forze dell’ordine, ovvero a quelle classi professionali maggiormente esposte e che hanno potuto fare il tampone prima di tutti.

Persone, dunque, che sono sane e che, dovendo stare a contatto con i pazienti affetti dal coronavirus, devono proteggersi.

Le altre categorie professionali e le altre persone, invece, non possono essere certe al 100% di essere sane. Il Covid-19 ha un periodo di incubazione di ben 14 giorni, il che significa che, nel mentre, si può diffondere inconsapevolmente il contagio.

Le mascherine chirurgiche filtrano oltre il 95% dell’aria espirata, in modo tale da poter garantire la sicurezza di tutte le persone vicine a chi la indossa.

Se tutti la indossano il rischio di contagio è pressoché nullo.

Ma per la mascherina antipolvere si può dire lo stesso?

Assolutamente no. La capacità di filtraggio dell’aria espirata di una mascherina FFp1 è anch’essa del 72/80%. Per questo motivo sono state ritenute inadeguate a proteggere dal Covid-19.

Stai pensando di realizzare una mascherina fai da te ma non sai come fare mascherine antivirus? Leggi il nostro mini tutorial “Come fare mascherine (realmente) antivirus: ecco ciò che i tutorial non dicono“.

L’utilizzo della mascherina antipolvere FFp1 comporta rischi per la salute?

Uno studio recente realizzato dal dott. Russell Blaylock, analizza gli effetti sul lungo periodo delle mascherine FFp sulla salute delle persone. Lo studio in questione riporta le seguenti parole:

«Involving 159 healthcare professionals aged between 21 and 35, found that 81% developed headaches due to the use of a face mask».

Tradotto, l’81% dei 159 soggetti monitorati hanno sviluppato mal di testa in seguito a lunghi periodi passati con la mascherina indosso. Mal di testa che sono stati ricondotti ad un abbassamento dei livelli di ossigeno nel sangue e un innalzamento della concentrazione di anidride carbonica.

Per risolvere questa controindicazione delle mascherine FFp tutti gli operatori sanitari sono stati muniti di dispositivi con valvola, che rende di gran lunga più semplice e facile respirare.

Tuttavia i dispositivi con valvola sono preclusi alle persone non impiegate nei settori sanitari: la valvola, infatti, filtra solo il 20% dell’aria inspirata e dunque è adatta solo a coloro che sono sani al di fuori di ogni dubbio.

La soluzione migliore per contenere il contagio restano le mascherine chirurgiche.

La soluzione, alla fine, resta sempre quella: la mascherina chirurgica.

Certificata per filtrare il 95% dell’aria espirata, la mascherina chirurgica è troppo leggera per ostacolare la respirazione se non si soffre di alcun disturbo né si sta facendo attività fisica.

Per questo motivo si tratta della soluzione maggiormente incoraggiata e l’unica veramente a disposizione vista l’insufficienza di dispositivi FFp2 e FFp3.

Si devono, dunque, sfruttare le alte temperature estive, che inibiscono la diffusione del virus, per prepararsi e rispettare ancora una volta le regole: distanziamento sociale o mascherina all’aperto. In spazi chiusi la mascherina è d’obbligo, specialmente in quegli ambienti ove il ricambio dell’aria non è così frequente.

Gli studi sul comportamento del SARS-Covid-19 in ambienti climatizzati sono ancora in corso e non si conoscono i risultati, motivo per cui la prudenza è la migliore difesa che si può avere.

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